Kod: 15671248
Il saggio si occupa del rapporto di Giacometti con la pratica dello spazio partendo da un'intuizione attestata da un disegno del 1930 circa - un disco con un foro al centro, diviso in sezioni - dove il tempo comincia a trasformars ... więcej
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Il saggio si occupa del rapporto di Giacometti con la pratica dello spazio partendo da un'intuizione attestata da un disegno del 1930 circa - un disco con un foro al centro, diviso in sezioni - dove il tempo comincia a trasformarsi in spazio: "tutto sprofonda, [...] tutto torna, niente č passato", scrive l'artista su quel foglio. Č un'idea che riafferma in modo piů esplicito nel 1946: "Il tempo diventava orizzontale e circolare, era simultaneamente spazio". Lo ribadirŕ ancora negli anni Sessanta. Nella seconda parte della sua opera, dopo le esperienze postcubiste e surrealiste, giungerŕ a una coincidenza di spazio e tempo. Il pittore Jean Hélion, nel 1947, diceva che la figura giacomettiana č carica come una pila. Sono tuttavia le cose stesse che per l'artista sono, in primo luogo, cariche come pile. Di fronte a una testa non si preoccupa di aspetti del tipo: č quella di un giovane, di un vecchio, di un uomo, di una donna, di una persona o di un'altra. Sono aspetti molto importanti, ma in quanto spinti in avanti dalla forza che si manifesta nell'interazione tra quella carica e l'artista. Quest'ultimo contribuisce a generare un campo di forze insieme al suo modello, una distanza che č la profonditŕ temporale e spaziale dell'andirivieni degli esseri, del loro apparire e sparire, della loro violenza che porta lo scompiglio in uno spazio geometrico, astratto.
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