Kod: 13438487
Quando assistiamo a uno spettacolo teatrale, siamo invitati a supplire con la mente alle lacune della finzione scenica. Da un lato ci abbandoniamo all'illusione, dall'altro vi collaboriamo attivamente, creando con l'immaginazione ... więcej
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Quando assistiamo a uno spettacolo teatrale, siamo invitati a supplire con la mente alle lacune della finzione scenica. Da un lato ci abbandoniamo all'illusione, dall'altro vi collaboriamo attivamente, creando con l'immaginazione ciň che č assente dal palcoscenico. Attiviamo in questo modo quella volontaria sospensione dell'incredulitŕ di cui Samuel Coleridge scriveva giŕ nell'Ottocento a proposito della fede poetica. Grazie al nostro atto consapevole, l'illusione compie una sorta di metamorfosi semantica: non č piů sinonimo di inganno ma si riempie di veritŕ. Partendo da questa riflessione, il volume indaga dal punto di vista filosofico il rapporto tra realtŕ e rappresentazione, attraverso ampi riferimenti alla dimensione sociale e morale, con pensatori antichi e moderni: da Platone e Aristotele a Gombrich e Deleuze. Nell'epoca della riproduzione altamente definita, l'autore dimostra che il fine dell'illusione non č la copia, ma la creazione di un mondo nuovo, capace di mantenere la relazione con la realtŕ da cui ha tratto origine e al contempo di differenziarsene, per addestrarci, attraverso il confronto, alla critica e all'autonomia.
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