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Questo libro di Ivan Adriano Licciardi su Parmenide nel Commento alla Fisica di Simplicio colma una vistosa e per certi aspetti paradossale lacuna negli studi sul Neoplatonismo: sebbene Simplicio (VI sec. d.C.) rappresenti una del ... więcej
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Questo libro di Ivan Adriano Licciardi su Parmenide nel Commento alla Fisica di Simplicio colma una vistosa e per certi aspetti paradossale lacuna negli studi sul Neoplatonismo: sebbene Simplicio (VI sec. d.C.) rappresenti una delle fonti piů importanti per la ricostruzione del poema di Parmenide (costituisce l'unico testimone dei celebri frr. 6 e 8), manca a tutt'oggi uno studio approfondito dedicato alla sua interpretazione della figura di Parmenide e in generale della filosofia eleatica.Il lavoro di Licciardi, accurato dal punto di vista filologico, ben documentato sotto l'aspetto storiografico e dotato di acume filosofico, costituisce dunque un contributo prezioso, e per piů di un aspetto seminale, su un nodo strategico della trasmissione e della ricezione del pensiero di Parmenide. L'ipotesi interpretativa che regge l'impianto storiografico di questo studio č che il Parmenide trŕdito di Simplicio sia contemporaneamente un Parmenide traděto. In effetti, Simplicio si impegna a promuovere un'immagine di Parmenide che risulti omogenea alla strategia concordista che attraversa una larga parte del tardo neoplatoni-smo pagano. La sostanziale convergenza tra Platone e Aristotele viene estesa da Simplicio anche a Parmenide, al quale egli attribuisce un'attitudine filosofica che anticipa il bi-mondismo formu-lato da Platone. Come giŕ prima di lui aveva fatto Plutarco di Cheronea, anche Simplicio attri-buisce a Parmenide la formulazione dell'opposizione 'platonica' tra intelligibile e sensibile; sul-le orme di Plotino Simplicio interpreta il monismo ontologico di Parmenide, ossia la concezione dell'essere-uno, come una prefigurazione della seconda 'ipotesi' dell'esercizio del Parmenide platonico, dove vengono esaminate le conseguenze a partire dall'uno che č. Del resto la stessa critica che Aristotele muove a Parmenide e all'Eleatismo viene fortemente indebolita da Simplicio, che la piega alle esigenze della sua attitudine concordista. Il risultato di una simile operazione č, come spiega bene Licciardi, che il Parmenide di Simplicio non č né quello storico, né quello 'platonico', ossia quello messo in scena nel Parmenide, e neppure quello 'aristotelico', cioč quello contenuto nel I libro della Fisica.Franco FerrariIvan Adriano Licciardi č nato a Mazzarino, insegna Storia e Filosofia nei licei e collabora con la cattedra di Storia della Filosofia Antica presso l'Universitŕ di Catania. Ha scritto vari saggi sul pensiero an-tico, fra cui: Parmenide e il Sofista di Platone riletti da Simplicio, In Physicam 87,24-90,20, in Atti del convegno Princeps philosophorum, pater philosophiae. Platone nell'Occidente tardo-antico, medievale e umanistico (Salerno, 12-13 Luglio 2010); Una polemica filologica di Simplicio contro Alessandro di Afrodisia Su Aristotele, Phys. I 2, 185a17-19, in Bellezza e virtů: studi in onore di Maria Barbanti, a cura di R.L. Cardullo e D. Iozzia, Acireale-Roma 2014; L'esperienza estetica fra lo-gica e cosmologia nel Commentario alla Fisica di Simplicio, 'Athenaeum' 104/1 (2016); Modi di guardare: su alcuni verba videndi omerici in Pindaro, Parmenide ed Empedocle, in Percepire, apprendere, agire. I filosofi antichi di fronte al problema mente-corpo, Atti del Convegno di Catania, a cura di R.L Cardullo e G.R. Giardina, Academia Verlag.
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