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Poco prima dell'anno 1100, il vescovo di Lucca Rangerio dedicň al suo predecessore Anselmo II da Baggio (1073-1086) un ampio poema biografico, con l'intento di esaltarne la santitŕ personale e la incrollabile fedeltŕ agli ideali d ... więcej
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Poco prima dell'anno 1100, il vescovo di Lucca Rangerio dedicň al suo predecessore Anselmo II da Baggio (1073-1086) un ampio poema biografico, con l'intento di esaltarne la santitŕ personale e la incrollabile fedeltŕ agli ideali di riforma propugnati da Gregorio VII. Nipote omonimo del vescovo Anselmo I, che nel 1061 era diventato papa con il nome di Alessandro II, Anselmo II cercň di imporre al clero lucchese una condotta di vita ispirata al rigore monastico, e nel 1080 dovette abbandonare la cittŕ. Quando Enrico IV arrivň in Toscana e fu accolto trionfalmente a Lucca (1081). Anselmo II raggiunse Matilde di Canossa e ne divenne uno dei piů fidati consiglieri, fino alla morte, avvenuta a Mantova nel 1086. L'opera di Rangerio non č solo agiografica: attraverso la forma ed il linguaggio della poesia epica classica, la vita del protagonista č collocata nel quadro dei grandi avvenimenti politico-ecclesiastici dell'etŕ gregoriana e, in pari modo, nel concreto ambiente lucchese. Al punto che Rangerio ci dŕ una descrizione insostituibile delle vicende interne della cittŕ nel quindicennio del predominio dell'"antivescovo" imperiale Pietro: gli anni tumultuosi del primo manifestarsi dell'azione politica collettiva dei cittadini. La miglior dimostrazione della "santitŕ" di Anselmo II fu appunto il fatto che, dopo la sua morte, i valori da lui impersonati fossero accolti da tutta la cittadinanza.
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