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La produzione giovanile dello scultore romano Stefano Maderno, che va dai primi suoi esordi all'inizio degli anni '90 del Cinquecento fino alla Santa Cecilia per l'omonima basilica romana (1600 ca.), costituisce un capitolo finora ... więcej
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La produzione giovanile dello scultore romano Stefano Maderno, che va dai primi suoi esordi all'inizio degli anni '90 del Cinquecento fino alla Santa Cecilia per l'omonima basilica romana (1600 ca.), costituisce un capitolo finora totalmente negletto dagli studi storico-artistici. Questo contributo si propone di riconsiderare in toto tale fase dell'attivitŕ del maestro con l'intento di evidenziarne i debiti nei confronti di una delle botteghe di scultura piů attive ed operose a Roma alla fine Cinquecento, quella a cui capo fu lo scultore fiammingo Nicolň Piper d'Arras. Tale revisione si č avvalsa di un'indagine sistematica delle fonti documentarie (per lo piů inedite) riguardanti i rapporti intercorsi tra il giovane apprendista Maderno e il suo maestro Nicolň Piper. Da essa emerge una realtŕ alquanto complessa e non priva di frizioni di carattere professionale tra i due, di cui precedentemente non si era a conoscenza. Per quanto riguarda invece la Santa Cecilia, finora erroneamente considerata la prima opera del Maderno, essa viene presentata sotto una nuova veste interpretativa che la vede non piů come fedele immagine del corpo della santa martire ritrovato sotto l'altare della chiesa di Santa Cecilia in Trastevere il 20 ottobre 1599 da parte del cardinale Paolo Sfondrati, bensí come il risultato di una personalissima rielaborazione dell'artista di un motivo figurativo d'ispirazione antiquariale impiegato in ambito raffaellesco.
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